Vaccarella e la vittoria più bella

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Vaccarella e la vittoria più bella

 

(153  giorni a Le Mans)

 

Nobilmente siculo. Nobilmente pilota. Nobilmente preside. Per di più volante.

Nino Vaccarella è stato un grande stradista. Un “purista caliente” delle ruote coperte. Ultimo italiano a vincere la 24 ore di Le Mans pilotando una Ferrari: la 275 P. 1964. È l’inizio di quel dualismo Ferrari- Ford che avrebbe reso la Sarthe luogo incandescente fino agli albori degli anni ’70 e della nuova venuta della giumenta di Stoccarda con la sua 917K.

Fra tanti successi da ricordare  per il “Signore delle Madonie”,  quell’edizione della 24 Ore francese rimane la perla più importante della sua carriera e probabilmente dell’intera vita al volante del pilota palermitano.

E dire che Nino in quel ’64 non aveva vissuto una vigilia tranquilla. Vogliono farlo correre con Jean Guichet, un francese che si porta appresso un cognome da bottegaio…mentre lui vorrebbe correre col compagno di sempre, Lulù Scarfiotti. Con Dragoni , usando un eufemismo volano stracci ma l’allora direttore sportivo Ferrari è irremovibile. Più della naturale diffidenza siciliana poté l’amore per la Sarthe:

“Alla Targa guidi con una mano sul volante ed una sul cambio. Il supplizio di Tantalo per arrivare al traguardo. Le Mans no. È guida allo stato puro. Oltre i trecento all’ora e derapate da 200 m fuori dalle curve. Vivi o muori. Senza discussioni.”

Del lotto di testa la 275 è la macchina meno appariscente, schiacciata da una parte dalla nascente Ford GT 40 e dall’altra dalla consorella 330 P, più potente e performante.

È a quel punto che Nino deve ricredersi su Guichet. Il francese è un regolarista  sul filo dei secondi e della meccanica. In tutto le soste della coppia Vaccarella-Guichet si racchiudono in 24 minuti, mentre intorno a loro il mare della devastazione meccanica ha il sopravvento sui piedi pesanti dei colleghi.

Quell’anno sarà triplete Ferrari. Vaccarella-Guichet, Hill-Bonnier, Surtees-Bandini.

Niente festa però.

Bisogna tornare al lavoro. Il lunedì. Come una cambiale in scadenza. Non c’era tempo per feste e bollicine.

Anche Le Mans doveva aspettare e farsi da parte, per la scuola di famiglia.

Altri tempi e metodi.

Da preside volante.

Vincente a Le Mans.

 

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