

Un Cortese ingranaggio
(122 giorni a Le Mans)
“Un promettente insuccesso”.
La prima parola è sempre la più importante. È come una carica a molla per avvicendamenti. Se è quella giusta arrivi in fondo in un battibaleno. Neanche ti accorgi di avere compiuto il gesto della scrittura e la magia del racconto.
Ci sono uomini e piloti che passano quasi sotto silenzio. Invisibili. O perché troppo lontani nel tempo o perché semplicemente dimenticati.
Ma se cavi la polvere, il mito può cominciare a raccontare.
Oggi il nome di Franco Cortese diventa il prezioso ingranaggio di un preziosissimo orologio, senza il quale non ci sarebbe stata nessuna leggenda. Nessuna epopea. Nessun mito da tramandare ai posteri.
Eppure. Eppure nella vita di quest’uomo e pilota, molte cose avvengono con pacata noncuranza, seppur certi suoi esordi dicevamo, abbiano raccontato risultati eclatanti, finendo per essere del tutto trascurati. Come il suo debutto assoluto nella 24 Ore di Le Mans del ’32. Arriva alle spalle di Sommer e Chinetti, alla sua prima di tre vittorie sulla Sarthe, con la stessa vettura dei vincitori. La plurivittoriosa Alfa Romeo 8C. Secondo, senza aver mai visto prima di allora L’Hunaudières e il bosco di Mulsanne. Senza che nessuno, più lo rammenti.
A Piacenza l’undici maggio del ’47 avviene un altro debutto. Una nuova vettura per un nuovo marchio che si affaccia sul mondo delle corse in quel primo dopoguerra. La vettura in questione è la Ferrari 125S. Due settimane più tardi sul circuito di Caracalla al nono “Gran Premio Roma” la barchetta modenese coglie la prima vittoria made in Maranello. Il pilota Enzo era diventato a pieno titolo un costruttore vincente, fidandosi delle capacità di Franco Cortetse. Piemontese volante col vizio della velocità.
Il grande dono della pacatezza e di una sorridente resilienza, nel resistere più o meno tranquillamente alla strabordante personalità del Drake. Non era il più veloce, non era il più avventato e nemmeno il più audace. Nonostante tutti questi meno in pagella, Cortese fu il primo pilota della Scuderia Ferrari. Colui che coraggiosamente prese in mano lo sviluppo della 125S e forse in quel preciso momento storico l’intero destino di Enzo Ferrari e del suo futuro agonistico.
Il piccolo ingranaggio di un orologio prezioso che aveva corso anche a Le Mans.
“Un promettente insuccesso…”
Nulla sarebbe stato, senza quel sottile e giovanile sorriso.
Un sorriso Cortese. Dopo Roma, anche vincente.
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