

Un aereo
per
Le Mans
(138 giorni a Le Mans)
“ Dormito ? ”
“ Un caz…”
“ Eh beh Dott. Tozzi cosa pretende…significa che ci tiene! ”
Notte prima degli esami.
Senza essere a Roma in compagnia di Antonello Venditti ma cercando di prendere un aereo che ti porti in Francia.
Denny e l’uomo della strada. Infatti…la strada per Le Mans me l’ha indicata proprio lui. Insieme alla SQUAD.
Morire. Dormire. No, non è tempo per l’Amleto. Devi prendere un aereo e andare a Le Mans.
“ Dormito ? ”
“ Un caz…”
Mi scuserà il buon Denny. Ma da un novizio certe cose non si possono nemmeno pretendere. In macchina con Lore verso casa sua. Alla sei del mattino l’autostrada è praticamente deserta. Il portico di casa Wilde il punto d’incontro da cui far partire la magia di quel viaggio. Noi tre più Don Fabrizio il papà di Tommy e Dado, il suo futuro genero, aspettando che la consorte di Ricky ci accompagni all’aeroporto.
Tutti insieme appassionatamente. Ho gli occhi gonfi dal sonno. Non potrei chiuderli neanche volendo.
Dai fai il “check in.”
Dimenticato qualcosa?
No c’è tutto.
Solo la carta d’identità di Don Fabrizio.
Quella…è rimasta a casa.
Ora capivo.
Cominciavo a capire.
Le Mans è un insieme d’imprevisti.
Ancora non eravamo arrivati in Francia, eppure già si manifestavano dirompenti nella nostra quotidianità.
Da un cancello d’imbarco.
All’aeroporto di Bologna.
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