

“Sweet Iron Dames”
Ultime ma non ultime voglio chiudere il capitolo di questa Le Mans 2019 con le “Iron Dames” cui aggiungo in maniera del tutto deliberata l’aggettivo “Sweet”. “Sweet Iron Dames”. A me quell’iron semi solitario ricorda troppo la Thatchter. No. Molto meglio uno sweet davanti ad addolcire tutto quanto e a rendere il loro decimo posto al debutto in una 24 Ore di Le Mans ancora più magnifico e speciale. L’ho scritto tante volte. Le Mans non è luogo del mondo cui muovere guerra se vuoi sopravvivere. Prima ancora che una gara di velocità rimane una gara di resistenza e mai come una donna ho visto nessuno resistere alle avversità della vita. Figurarsi impugnando un volante in mano lanciandosi a capofitto sui tornanti della Sarthe. Pazze furiose… Furiose sì. Ma con metodo. Seriamente determinate giro dopo giro nel voler raggiungere il traguardo di domenica. Chissà che emozione mi domando per queste tre bionde capigliature al vento. Manuela, Rahel e Michelle e una Ferrari 488 GTE del Kessel Racing. Storia, tempo e tradizione da rispettare. Loro lo hanno fatto più di tanti altri colleghi uomini. Giro dopo giro. La macchina che parte e arriva nelle medesime condizioni (sporco a parte) dopo 24 ore corse su di un unico collettivo respiro femminile. E poi ti stupisce Manu alle due di notte intervistata ai box fresca come una rosa, pronta a spiegare come stia andando la loro gara, e come stiano affrontando per la prima volta le difficoltà di quella notte speciale, con quel solo pensiero rivolto già alle tre del pomeriggio. Al traguardo agognato di questa gara. Dolce determinazioni d’intenti. Ed ha funzionato. Eccome se ha funzionato. Buona fortuna “Iron Dames”. Se potete mettete uno “sweet” davanti al vostro nome per me. La vostra determinata dolcezza vi renderà ancora più veloci. Una gara dopo l’altra. Ne sono certo.

[apss_share]