

Singapore: l’interpretazione è la morte delle regole
Parecchi anni fa qualcuno ebbe modo di dire che: “in F1 il più sano ha la rogna” e credetemi non parlava dei meccanici o di presunti fattorini volanti. Ora, alla luce di quanto visto negli ultimi 15 anni a livello di truffe o presunte tali, fossi nei panni della “rogna” gli farei causa. Non siamo verginelle e non siamo nati ieri, ma soprattutto abbiamo frequentato direttamente e indirettamente i paddock di molti GP in questi oltre 45 anni spesi dietro questa fede per non essere consci che da sempre è un po’ così. Quello che colpisce però è come questi ultimi accadimenti traccino un solco stile “Alea iacta est” , ovvero senza ritorno è il fine.
Caro il mio buon Machiavelli come avevi, anzi, hai ragione.
Nella classifica dei valori in ordine di importanza, l’aspetto economico ha preso il predominio senza se e senza ma. Intendiamoci, non che negli altri sport la deriva sia molto diversa. Ma in questo maledetto gioco quindicinale (anche se oramai coi prossimi 24 appuntamenti in stagione.. è quasi settimanale) che sposta le anime di 300.000 esseri umani da una parte all’altra del globo ci sono variabili che, se possibile, rendono certe pratiche occulte oltremodo rivoltanti e anche pericolose. Perché vedete, alla fine di tutto il racconto comunque la si pensi c’è sempre un ragazzo che si infila dentro una agglomerato di metallo,carbonio, e fluidi di varia origine e pericolosità per cercare di arrivare davanti ad altri 19 ragazzi più o meno come lui; come il Piero di De Andrè. E quando falsi i valori in campo,( attenzione, non dal punto di vista umano ma da quello tecnico, meccanico) i rischi, messi sul piatto della prestazione si si alzano a dismisura. Perché non dico niente di nuovo, quando asserisco che purtroppo o per fortuna, (decidete voi), in F1 la macchina vale il 70% del risultato e che quindi sta ai piloti più bravi giocarsi la vittoria usando il loro 30% di talento. Ma se io altero artificiosamente , come si fa col doping in molti altri sport, i valori in campo dando a uno dei partecipanti un mezzo “illegalmente” superiore indirettamente spingo l’avversario ad andare oltre i propri limiti personali per colmare il gap. E la storia è lì a ricordarci , fortunatamente sempre con minor puntualità, cosa voglia dire andare oltre i propri limiti personali dentro una F1. E al di là di ogni trofeo o campionato vinto o perso sta proprio qua la gravità di questo modo di agire. C’è poi un ulteriore aspetto che fortunatamente non mette a rischiò la vita di nessuno ma “solo” quella della disciplina in questione. Sto parlando dello scopo. Perché se la furbata tecnica, il trucco, per dirla alla Verstappen 2019 fa parte della storia del motorsport da sempre, è il fine a essere cambiato. Una volta, quando gli stipendi erano sì alti ma non illogici come quelli odierni, era la vittoria a spingere gli uomini ad andare “oltre”. Per un team arrivare davvero per primi e guardare quella bandiera a scacchi aveva un valore assoluto. Giusto o sbagliato non discuto, o meglio non voglio farlo ora. Ma è così. Vincere, arrivare davanti spesso giustificava cose a dir poco discutibili e spesso a costo di applicare soluzioni drammatiche. Ma tutto in virtù della vittoria dell’umana spinta agonistica. Non voglio sembrare patetico o come sempre apparire per uno che :“si stava meglio quando si stava peggio” ma che lo si voglia o no questi sono i dati oggettivi. Non è retorica, è cronaca. Oggi invece l’obiettivo è quello di tenere in piedi uno show nelle quale c’è di tutto un po’ e tra questo “po’” c’è anche il Gran Premio. Ormai la gara non è più l’evento. La gara è una parte, sempre meno importante dell’evento stesso. E la vittoria una cosa importante , certo, ma non la più importante. Ciò che conta veramente è il “fatturato” col quale si mantengono certe infrastrutture inutili e certi stipendi illogici. E non a caso la grana più grossa degli ultimi anni ( e ce ne sarebbero state molte altre, anche solo pensando al 2020 tra Mercedes e l’allora Racing Point) è scoppiata per una questione di …fatture.
Ma come dicevo prima, la Formula 1 ormai è altra cosa rispetto a quella che chi,come me, con qualche capello bianco in testa era abituato a vedere. E questa situazione ha subito un’accelerata con l’ingresso di Liberty che da sempre intende lo sport come evento a 360°. All’americana appunto. In pratica l’evento oltre l’evento (sportivo). Giusto? sbagliato? Onestamente non lo so, anche se al riguardo ho la mia idea, nonostante tema che gli anni incidano molto sulla mia opinione, perciò mi taccio. Ribadisco però che la strada intrapresa è questa e non credo ci siano punti di ritorno, come non ci saranno punti di ritorno per esempio in ambito tecnico , con i motori che saranno sempre più elettrici e sempre meno termici. E anche qua i miei anni mi impediscono valutazione scevre da facili sentimentalismi. Sta di fatto che al momento questa è la fotografia della situazione. Adesso vi anticipo già che nulla di sportivamente stravolgente succederà questa settimana a Parigi. Come in natura cane non mangia cane, in F1 team non mangia team. Team Principal non mangia Team Principal. Al di là delle pantomime più o meno recitate a favore di camera, a luci spente tutto è molto più condiviso di quanto possa sembrare. E questo lo so per certo. Fidatevi. Pertanto al di là di provvedimenti più o meno motivati più o meno privi di pentimento e dita puntate, credo che la FIA non potrà prendere che una pilatesca decisione. Molto probabilmente verrà punito il team Red Bull e al tempo stesso salvaguardate le mitiche imprese del fenomeno olandese , il quale contro la sua volontà di sportivo è stato messo in condizioni migliori rispetto ai suoi avversari, sulla base di sviluppi ai quali solo lui ha potuto accedere. Ora sarebbe anche il caso magari di rivalutare, alla luce di queste novità, alcune prestazioni messe in pista dal ragazzo ex n°33 adesso n°1. Tenendo sempre presente che il talento e le capacità di Max non vengono messi minimamente in discussione. I risultati però sì. C’è poi un ulteriore quasi comico aspetto in tutta questa vicenda. Ed è questo. Qual è il meccanismo perverso, la mente problematica che ha partorito una sanzione pecuniaria per chi sfora un budget economico? In pratica hai speso troppo e quindi ti do una multa così spendi di più. Ce ne sarebbe abbastanza per dare la direzione della FIA a Freud. E poi, quello che fa specie in questo sport è che le infrazioni non generano penalità ma aprono tavoli di concertazione. La F1 non conosce certezza della pena ma discussione della pena. Anche quando l’infrazione è chiara e misurabile.
Alle ore 20,15 di domenica, quasi a voler marchiare a fuoco quanto scritto sino ad ora, la direzione gara emette l’ennesima sanzione con ampio ritardo su una gara terminata da quasi 4 ore. A conclusione di un GP vinto da Perez,ma non sancito dallo sventolio della bandiera a scacchi in quanto sub iudice per alcune manovre illecite compiute dal pilota messicano in regime di Safety Car. Arriva la più classica delle decisioni in perfetto stile FIA. 5 secondi di penalità a Perez che però avendo tagliato il traguardo con 7,5 secondi di vantaggio su Leclerc mantiene la sua prima posizione. Tutto molto FIA. Fa niente se la stessa infrazione in passato ha generato penalizzazioni molto più severe e se , come visto chiaramente in tv, l’infrazione fosse per di più reiterata. La trattativa del mercato del pesce post gara ha partorito questa ennesima perla insieme a molte altre prese di posizione da parte della direzione gara in questi ultimi anni. L’ultima solo 15 giorni fa a Monza. Ora, sulla base di questo atteggiamento e di questo messaggio mi aspetto che mercoledì alla Red Bull diano un’assoluzione, sulla carta più o meno giustificabile, quanto un regolamento prestabile a mille possibili interpretazioni.
Non so quanto valga ancora la pena seguire questo sport…come se fosse uno sport. Forse in Liberty non stanno dormendo sonni troppo tranquilli. Ammesso che la serietà in questo frangente, possa regalare a questa Formula 1 il sonno dei giusti. Perché in fondo, come nella miglior tradizione gattopardesca anche nel Circus succede che tutto cambi.
Perché nulla cambi.
Sergio Mapelli
RIPRODUZIONE VIETATA anche parziale senza il consenso scritto dell’autore
SinfoniaMotore – Tutti i diritti riservati. All rights reserved.