

Revson, McQueen
e
una “sogliola”
a
Le Mans
(144 giorni a Le Mans)
Accomunare i nomi di Peter Revson e Steve McQueen è come avvicinare un candelotto di dinamite a un fiammifero acceso: esplosivo e pericoloso. Ma così era questa coppia votata al credo della velocità, in grado di rinunciare al patrimonio di famiglia (Revson) e di impegnare fino all’ultimo centesimo nella propria tasca (McQueen) per qualcosa in cui credesse ciecamente.
Ce ne sarebbe già abbastanza per non eccedere in ulteriori e apparenti esagerazioni.
Il bello invece è che fu tutto autentico. Fin quasi tragico nella bellezza delle loro imprese, pensando poi al dopo. A come andò a finire.
Seppur scrivendola distrattamente la poesia rimane tale, senza dar troppo conto alle altrui opinioni, così distanti nel voler comprendere le intenzioni di uomini così singolarmente unici.
La 12 ore di Sebring del 1970 per Steve e Peter fu vera gloria a cavallo di quella “sogliola” che era la Porsche 908/2 di proprietà della Solar, la casa di produzione cinematografica di McQueen. Secondi assoluti a soli 23” dalla Ferrari 512 S di Andretti Giunti e Vaccarella.
La poesia di un piede fasciato (quello di McQueen) sorretto dalle stampelle fino al suo ingresso nell’abitacolo della 908, con Revson indemoniato alla guida, se non per due, almeno per uno e mezzo.
Un binomio speciale, un bivio da riassumere nei destini dei suoi protagonisti come l’evento che ha dato significato al loro presunto atto di ribellione.
Una vittoria mancata per un soffio. 23 secondi dopo 12 ore di corsa. La “sogliola” tedesca prende la via di Le Mans tatuata di blu scuro con banda bianca sul cofano. Una telecamera montata sul muso e due al retrotreno. A far riprese della corsa in vista del film che l’anno dopo uscirà al cinema, testamento vivente della passione di McQueen per il mondo delle corse. Per ragioni assicurative non può partecipare alla corsa in prima persona, ma fa di tutto per esserne parte a pieno titolo, compresa una leggenda che lo vorrebbe alla guida della sua 908 nel cuore della notte, al posto di Linge e Williams.
La macchina giunge al traguardo. Nona assoluta, nonostante non sia conteggiata in classifica,classifica. Quell’edizione della 24 Ore racconta la prima vittoria della Porsche e a una mattanza meccanica di mezzi che vede solo sette vetture ufficialmente classificate.
Revson, McQueen e una “sogliola” tedesca.
Può bastar poco nell’ essere eroi.
Anche solo una volta.
Almeno per se stessi.
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