

Red Bull non ha più le ali
Per quest’anno la Red Bull non le vincerà tutte.
Almeno questa onta per tutti gli altri team, è scongiurata. A interrompere la teoria “russelliana” di vittorie “lattinate” il miglior Carlo Sainz delle tre stagioni in Ferrari e forse, la migliore gestione del muretto dell’anno. Personalmente però avrei qualcosa da eccepire. Come si dice, chi vince festeggia chi perde spiega. Ecco io avrei molte cose da spiegare. Per esempio mi sarebbe tanto piaciuto vedere la stessa strategia a Montecarlo 2022 o magari mi sarebbe piaciuto vedere Sainz dare il Drs anche al suo nuovo compagno di squadra a Monza e non solo oggi a quello vecchio. Oppure anche non vedere dei like alla definizione di Leclerc come “uomo senza onore”. Ma come dicevo ha vinto Sainz! Que viva Sainz! Lo spagnolo sta meglio interpretando gli ultimi sviluppi della SF-23 che evidentemente stanno esaltando il suo stile di guida. Suo il merito di mettere a frutto tutta questa serie di situazioni a lui favorevoli e che lui sta trasformando in risultati. Oggi anche di prestigio. Sul lavoro del team, come dicevo non mi esprimo. Applaudo al risultato che in una stagione così è oro colato e come si dice “non mi sembra proprio il caso di fare gli schizzinosi”.
I motivi di questo inaspettato ritorno alla competitività del team di Maranello sono difficili da spiegare. Il tracciato? Può essere. Gli ultimi sviluppi delle ali, soprattutto quella posteriore? Anche. La nuova direttiva tecnica Td18 ? Potrebbe. In pratica la Ferrari ha vinto ma, prestazione a parte del pilota, nessuno sembrerebbe sapere bene il perché. In effetti Monza e Singapore sono circuiti con caratteristiche praticamente opposte e andare forte su entrambi i circuiti può essere confortante. Al tempo stesso però l’atipicità dei due tracciati impone estrema prudenza nel valutare i progressi Ferrari o i regressi Red Bull.
Credo che Suzuka, circuito estremamente più vario, completo e probante rispetto agli ultimi due darà un risposta molto interessante in merito. Interessante non solo per la stagione in corso ma anche per la prossima. Una buona preparazione nella terra dei fiori di ciliegio significherebbe aver realmente svoltato. Quello giapponese infatti sembra proprio il tracciato con le caratteristiche Ideali per esaltare i pregi della Red Bull ed evidenziare i difetti della Ferrari. Una bella prestazione là sarebbe molto più che una luce in fondo al tunnel. Sarebbe vederne chiaramente l’uscita. Mettiamo quindi in archivio questo Gp dalla doppia faccia, con la prima fase al valium e la seconda alla caffeina. Sembrava una di quelle tappe di montagna dove gli scalatori si controllano per metà salita, fin quando uno piazza lo scatto vincente. E si sa, gli spagnoli in salita sono sempre andati forte.
La Ferrari, e verrebbe da dire tutta la F1 a 360° si è tolta in gran peso, perché vedere un team che le vince tutte è si un record, ma toglie un po’ di credibilità alla disciplina. Certo prima di fare abdicare il vecchio e già nuovo campione del mondo, la Fia le ha provate tutte. Sabato ha perdonato a Max non una, non due ma ben 3 infrazioni, sanzionandolo come sempre con un buffetto. Meno male che la Rb proprio non ne aveva di suo questo weekend.
I maligni dicono che la TD18 sarà la criptonite di Max. Io non ci credo, come però al tempo stesso non credo che non abbia influito per niente sulle prestazioni del team anglo- austriaco.
Anche per Rb come per Ferrari, Suzuka dovrà dare delle risposte.
Quindi dal sole tramontante della sera illuminata di Singapore andremo al Sol Levante ( anzi levataccia..) dell’impero del Giappone.
Dice il saggio: “Plima di dale giudizi plecoci e poi fale confusione, aspetta il Glan Plemio del Giappone.”
E noi aspetteremo.
Vamos!
Sergio Mapelli
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