Patrick Tambay

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Patrick Tambay

(un giorno speciale)

 

 

Un giorno speciale.

A Patrick Tambay basterebbe ricordare la vittoria di Imola per riaprire le pagine di un vecchio romanzo, scritto da qualcuno con la passione per le coincidenze e un vago senso dell’ironia. Tale da far apparire le sue vittorie come il balsamo lenitivo e definitivo su dolori e lutti che segnarono la sua venuta in Ferrari, nel prendere il posto più di un semplice amico e di un semplice pilota.

Debuttare in Formula 1 a Silverstone insieme a Gilles. Lui con una Ensign, il canadese praticamente con una McLaren di terza mano. Lasciargli le chiavi della sua villa sulle Alpi Marittime di Plascassier, con la promessa che quel tetto avrebbe soddisfatto le esigenze della famiglia Villeneuve fin quando ne avrebbero avuto bisogno nella loro venuta in terra d’Europa.

Una villa per un abitacolo. Per due vittorie tra le più importanti moralmente  parlando nella storia del Cavallino. Quando Enzo lo chiama a Maranello per sostituire proprio l’amico deceduto, Patrick è come sospinto da una nemesi inspiegabile. È fuori dal giro che conta oramai da mesi, immerso nel campionato Can Am Oltreoceano, ma poco basta a sovvertire quel debito romanzesco che è solo all’inizio del suo ironico saldo morale. Pironi in un decollo quasi fatale si sbriciola le gambe durante le prove del Gran Premio di Germania. Tambay quella gara la vincerà. La sua prima vittoria in Formula 1, quando il senso di quella stagione per la Ferrari volge ben oltre il senso del dramma. In quell’82 le commistioni emotive si sprecano in un tutt’uno vorticoso e travolgente. Patrick non fa solo sua quella vittoria. La rende parte di una squadra in debito di serenità e volontà di voler girare pagina oltre il dolore e la morte stessa.

Figurati l’anno dopo quando arriva giustappunto Imola. Partire dalla piazzola di Gilles e vincere, insieme a quel ricordo collettivo che aveva visto muovere i primi implacabili passi della tragedia di Zolder   proprio dal podio del Santerno.

Patrick vince ancora.

Una seconda e ultima volta regalando una suggestione eterna e irripetibile a un intero mondo, affamato di miti e leggende, di bandiere canadesi verniciate e superate sull’asfalto, al momento di tagliare il traguardo davanti a tutto e tutti.

Un amico vero. Un amico fedele.

Una villa per un abitacolo.

Amici per la pelle.

Due vittorie.

Possono bastare per descrivere tutto questo.

Nella vita di un pilota.

E di Patrick Tambay.

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