Notte a Le Mans

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Notte

a

Le Mans

(128 giorni a Le Mans)

 

“Caffè??”

La notte cominciava a essere cosa seria.

A Le Mans, per resistere alle ore notturne diventa elisir di lunga vita. Intanto devo uscire dal paddock e poi si vedrà.

Anche per la nera bevanda.

Don Fabrizio, vuol portarmi alla curva di Indianapolis. Otto chilometri da dove ci trovassimo esattamente in quel preciso istante.

Magie di un pass da commissario di gara a Le Mans. Indianapolis di notte è puro spettacolo di luci e asfalto. Vieni da Mulsanne su una leggera piega a destra. Piega a sinistra leggermente sopraelevata e sei già ad Arnage,  quello che i fari  delle macchine ti fanno intravedere in lontananza scomparendo dietro gli alberi del bosco.

Luci.

Tre marce in rapida scalata. La 47 arriva a Indianapolis come lanciata da una fionda, poi quasi si ferma, tanto che da dietro le reti riesco a vedere lo sguardo di Giorgio. La Dallara sembra meglio in quel punto della pista.

Impressioni.

Ma non di settembre.

Non un metro in piano a Le Mans. E Indianapolis capisci quanto sia difficile solo a guardarla. Bisognava davvero esserci per capire tutto questo. Come mi ha sempre raccontato Denny.

Non un metro in piano.

E la mia notte era appena cominciata.

Dietro un’altra, ennesima e interminabile, tazza di caffè.

 

P.S

Ci sarà tempo di parlare adeguatamente anche di Jean Pierre. Più del motore turbo, la sua storia a Le Mans merita un plauso doveroso. In oltre tre decenni, nel mondo della gara di durata.

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