

Nel nome di Lole
La Monaco del 1980 è un Casino apocalittico. Poco importa dove mettiate l’accento. Tra l’edificio,casa dell’azzardo monegasco e quel che succede in pista non vi è alcuna differenza. Il tumulto innescato al via da Derek Daly con la sua Tyrrell è una miccia che non aspettava altro per accendersi, nei prodromi della Guerra dei Mondi che fu tra La FOCA di Ecclestone e la FISA di Balestre.
Al solito.
Pecunia non olet.
E ogni scusa è buona per attaccar briga. Uno sgarbo appresso all’altro. In nome del Dio denaro.
Al solito.
Quell’anno i marciapiedi di Montecarlo sono infuocati. E non certo per il tempo. Piove il giovedì e in gara la domenica arriva l’intermittenza che non ti fa mai decidere per montare le rain. A latere l’altra guerra. Quella tra gommisti. Tra la Michelin di Pierre Dupasquier e la Goodyear, chiamata a fronteggiare l’offensiva francese cominciata da qualche stagione. Tutto qui? Neanche per sogno. Perché la Ferrari che da tre anni porta avanti il lavoro di sviluppo del coperture francesi si sente messa da parte in favore della Renault. Furia per la T5 chiede gomme più strette che Dupasquier non glia darà mai. Come Gilles possa fare una della gare più belle della sua carriera rimane un mistero glorioso delle corse che vale due punti iridati.
Un bel Casino dicevamo. Dove mettere o non mettere l’accento. E per essere a Montecarlo non c’entrava solo l’edificio con la sua istituzione per l’azzardo. Fanno bene in Goodyear a dare le loro gomme migliori a Williams e Ligier, le macchine del momento. Per le coperture… “Verdi” quelle che sono veramente di legno ci sono tutti gli altri. Prendere o lasciare.
E inevitabilmente se gli altri vogliono correre, come una fiche al buio …prendono.
Il botto del Casino. Daily che decolla e Balestre che nel dopo corsa s’incazza a bestia. Williams e Ligier viaggiano su un altro binario. Imprendibili. Pironi dopo il Belgio sembra destinato alla seconda vittoria in carriera con Reutemann attaccato alle costole come un Caudillo argentino. Ma Montecarlo con la pioggia è ancora più imprevedibile.
Pironi sbatte, Reutemann ringrazia.
Forse il giusto vincitore per quell’edizione del Gran Premio di Monaco così tormentosa e tormentata.
Un grande Casino. Avrebbe detto Niki.
Anche se la firma sull’albo d’oro era tutta sua. Nel nome di Lole.
Auguri Gaucho.
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