

Mp4/7: la Mclaren “triste” di Ayrton
Un 5 aprile. Esattamente di 30 anni fa.
Meraviglie della tecnica.
Acceleratore fly by wire, come si trattasse di un caccia aeronautico. Cambio semiautomatico (il primo in casa McLaren), frizione elettroidraulica e controllo elettronico della trazione che compare nel corso della stagione, dal vincente Gran Premio d’Ungheria in poi. In aggiunta a tutto ciò l’assoluta novità di un 12 cilindri Honda RA 122, con bancata aperta a 75°. Mai visto prima tutto questo. Comprese le sospensioni attive ancora in fase di collaudo.
La nuova Mp4/7 ideata dagli uomini di Ron Dennis sembra essere un capolavoro assoluto della tecnica. Peccato la pista e la fretta dicano altro. Che l’assenza di equilibrio tecnico tra le componenti della vettura stia portando Senna sull’orlo di una crisi di nervi. Più prossima di quanto la sua calma insoddisfazione non faccia trasparire dal broncio del proprio viso. Dentro a un box McLaren dagli animi tutt’altro che distesi.
L’ultima nata di casa Woking avrebbe dovuto debuttare un mese più tardi sul circuito di Montmelò in occasione del Gran Premio di Spagna. Solo che. Solo che in pista c’è da contrastare un altro capolavoro (assoluto e vero) della tecnica. Completamente funzionante. Quella Williams Fw 14-B in grado di ottenere due doppiette nelle prime due gare di campionato, con altrettante vittorie per mano del proprio Leone inglese: Nigel Mansell. Ayrton con la vecchia Mp4/6B ha racimolato i quattro punti di un terzo posto in Sudafrica e uno zero in Messico a seguito di un mesto ritiro, dopo qualifiche dall’esito eufemisticamente complicato per via di un incidente il venerdì durante la sessione ufficiale del pomeriggio. Senna ha fretta, conscio com’è dall’ essere sopravanzato in classifica generale anche da un giovanissimo Schumacher e la sua Benetton, con appena otto Gran Premi alle spalle. Nella sua San Paolo la McLaren, nel tentativo di assecondare le richieste del pilota brasiliano porta al box d’Interlagos la bellezza di 6 autotelai. Tre della vecchia Mp4/6B e altrettanti della neonata (e prematura)Mp4/7 fortemente voluta da Ayrton.
È solo la terza prova di campionato, ma per “Magic” sembra essere già in tutto e per tutto l’ultima chiamata a una contesa mondiale chiusa sul nascere.
Un equilibrio precario. Del tutto inesistente. Tanto che, se ottenere il terzo tempo in prova può far supporre in una ritrovata competitività , il distacco rimediato dal poleman Mansell, non lascia scampo a possibili interpretazioni di sorta.
2” e 199 millesimi. Un supplizio lentissimo, che in gara la domenica diventa una resa incondizionata dopo appena 17 giri. Sulla McLaren di Ayrton il motore ammutolisce definitivamente per mancanza di corrente elettrica, insieme a un distacco quantificabile dopo appena un quarto di gara in oltre trenta secondi dalla vetta. La Williams ottiene la terza doppietta consecutiva, Mansell ancora primo. Un mese dopo in Spagna Nigel farà poker. Quattro vittorie a fronte di tre ritiri di Ayrton.
Anch’essi consecutivi.
No, l’Mp4/7 non sarà in grado di regalare il quarto titolo a Senna.
Era il 1992.
Sul circuito d’interlagos qualcuno ( a modo suo) stava scrivendo la parola fine.
Con una macchina “triste”, che non ne voleva sapere di arrivare vincente al traguardo.
Nonostante quanto avesse promesso.
Fin dal suo primo sguardo.
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