

La SQUAD, Mulsanne e la notte
(127 giorni a Le Mans)
Quasi le tre di notte.
“ Caffè ?? ”
Moka Magnum da dodici.
Ora so che esiste.
“ Caffè ?? ”
Le tre sono passate da qualche minuto.
La SQUAD ritorna alla “roulotte ville ” dal suo turno di servizio in pista.
Un rito consolidato quello del caffè. Per chi va. E per chi viene dentro il bosco di Mulsanne.
“ À toutes les heures”. Come dicono da queste parti. E io di quel caffè ho un gran bisogno. Per affrontare ciò che mi attende.
“Dott. Tozzi siamo in bolla?”
Favoloso Denny. Per me si butterebbe anche nel fuoco. Ma dove sto andando non può accompagnarmi nessuno.“ Vado verso Mulsanne. Vediamo che ne viene.”Il bosco di notte fa sempre un certo effetto, con quel suo accento favolistico che si perpetra anche a Le Mans.Favola in pista e nel bosco al suo fianco. Non potrei chiedere nulla di più per una lunga passeggiata notturna in mezzo a questi alberi cercando di arrivare a Mulsanne, l’ultima curva che mi resta da vedere.
Coi miei occhi.
I numeri a led illuminati delle vetture in pista m’indicano le direzione. Per una volta, ho la certezza assoluta che quelle luci per un romagnolo come me, non siano i fari psichedelici di una discoteca a Riccione.
Sarà una lunga camminata, seguendo il rombo delle macchine in pista. Ogni tanto butto un occhio alla mia sinistra.
Sì, la 47 è ancora lì.
Riesco a fermarmi davanti a un megaschermo montato accanto a un golf club. Anche se la mia pallina non è ancora in buca. La mia storia notturna può continuare, raccontando lo spirito italiano di una squadra che sta correndo a Le Mans.
Lo spirito di Giorgio, Roberto e Felipe.
Dentro al bosco di Mulsanne.
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