La mezzanotte di Amon

Pochi minuti.

Appena una manciata.

E poi sarà mezzanotte.

20 luglio.

Lo sbarco dell’uomo sulla luna. Sottinteso. La più grande impresa nella storia del genere umano. Ma io penso ad altro. Quello stesso giorno di 80 anni fa nasceva Chris Amon. Altra storia, eroicamente umana. Sovversiva e unica nella sua esposizione. Come un salto di Fosbury o una dolce rivoluzione “flower power” di fine anni’60. I mitici “Sixty” e la loro energia creativa, insieme a quel senso mitologico e pervasivo che l’immaginazione al potere fosse di fatto un atto dovuto. Magia antropologica dell’essere umano. Gli anni di Chris al volante della Ferrari e non solo.

Amon, il pilota sfortunato. I minuti a mezzanotte sono sempre meno e non ho nemmeno un regalo con cui ringraziare da devoto narratore la memoria Chris. Mi sarebbe piaciuto.

Mi sarebbe piaciuto fargli capire che quella frase pronunciata da Andretti  e rivolta alla sua persona, non rispecchiava perfettamente la sua carriera. Il suo essere pilota. Mi sarebbe piaciuto raccontargli che, dedicargli un libro e portarlo in un anno e mezzo in giro per l’Italia mi ha regalato ben altro che sfortuna e iattura.

Ecco, sarebbe stato bello poterglielo dire. Di persona o in altro modo. Uno di quei gesti che avrebbero riabilitato entrambi: l’uomo (senza che ce ne fosse assolutamente bisogno) e assolutamente il pilota.

In fondo, vedendo ancora quanta gente lo ricordi non credo sia andato proprio tutto, irrimediabilmente perduto.

Qualcosa si  è salvato.

Magari non per sempre, ma per ora è ancora con noi.

Come una foto quasi mistica e poetica. provi a farmi insistentemente ricordare, pressoché in ogni istante.

Grazie di tutto Mr Amon.

La sfortuna (almeno questa volta) davvero non esiste.

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