

La M e la F
“Nel buio della sala correvano voci incontrollate e pazzesche. Si diceva che l’Italia stava vincendo sull’Inghilterra per 20 a 0 e che aveva segnato anche Zoff di testa, su calcio d’angolo”.
Come da qualche anno a questa parte succede, in questo periodo dell’anno tra una presentazione farsa e una semi vera, il “craving” da F1 da adito alle voci più illusorie e incontrastate. E piange il cuore dirlo, spesso sono voci che riguardano la Ferrari. Così, tra una gola profonda e l’altra saltano fuori mandrie di cavalli tenuti nella stalla l’anno prima, e tempi che divorano i decimi o addirittura i secondi come le bollette di gas e corrente stanno facendo coi nostri risparmi. Risultati al banco ai quali neanche il migliore dei secchioni oserebbe ambire. E i malati della Rossa lì, a sbavare per un frame , un’immagine rubata , carpita non si sa come e non si sa da chi di un’ala, un flap o una forma del cofano che, giureremmo, l’anno scorso non c’era.
Un po’ come gli adolescenti degli anni ’50, quando vedevano una foto con una giarrettiera o uno squarcio di intimo sulle riviste delle star. Si cerca di vedere anche quello che non si vede e di fantasticare. Wishful thinking lo chiamano gli Inglesi. Inglesi come quelli che negli ultimi anni hanno fatto incetta di titoli ( non ditemi che la Mercedes è tedesca) e hanno preferito la cruda e bieca realtà della pista al leggero svolazzare delle fantasie innevate di febbraio. Quest’anno però sembra esserci un diverso profumo nell’aria. Un ottimismo, come dire, un po’ meno platonico e un po’ più empirico. Non fosse altro che almeno il team principal parla di dover vincere e non di dover capire.
A parità di situazione almeno è un passo avanti. Perché purtroppo negli ultimi anni abbiamo vinto poco e capito ancora meno. Intanto il nome della nuova arma made in Maranello ha molto poco di svolazzante e tanto di praticità. La praticità di chi ha deciso che non vuole perdere neanche un minuto in qualcosa che non porti almeno un millesimo di presentazione in più. Quindi: SF23. Certo i romantici come noi avrebbero amato vedere un piccolo sforzo in più diciamo di almeno 2 lettere. Proprio nei giorni in cui Leclerc prova la F2003, alla quale furono aggiunti la G e la A come dedica a Gianni Agnelli, ci sarebbe tanto piaciuto vedere una M e una F aggiunte alla SF23, in onore di un ingegnere. Anzi dell’Ingegnere, con la i maiuscola, che più di tutti ha marchiato la storia del Cavallino con idee e soluzioni che hanno prodotto vittorie , onore e gloria alla famiglia di Maranello. Tal Mauro Forghieri from Modena.
Ma in questa F1 non c’è più spazio per la riconoscenza, per i ricordi e per la poesia che la crudeltà di questo sport si porta appresso da sempre. Ce ne faremo, a malincuore una ragione, soprattutto se questo nuovo progetto manterrà in pista i propositi che sta alimentando fuori. Rivedere un francese sulla tolda della nave poi, rievoca nell’equipaggio e nei sostenitori grandi fasti e speranze. Pertanto si generano grandi attese, per un evento che vista la lontananza dell’ultima corona mondiale, i più giovani tifosi del cavallino non ricordano neanche. Insomma speriamo che alla Ferrari questa volta non siano solo in grado di capire ma anche di “spiegare” alla F1, che sa ancora costruire una macchina vincente e soprattutto che sa ancora come si fa a vincere.
Tratteniamo il fiato, incrociamo le dita, tocchiamo il toccabile, augurandoci che alla fine non si sia trattato solamente di un altro devastante (per le attese) wishful thinking.
Sergio Mapelli
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