In macchina con Tommy

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In macchina

con

Tommy

 

(136 giorni a Le Mans)

 

Voi non potete capire…”

Avvocato si rilassi!

Siamo appena giunti in Francia…e che diamine.

Un messaggio a Le Mans.

“ Emi ti aspettiamo!!”

Sempre entusiasta Lacorte e compagnia. Ma abbiamo almeno un paio d’ore di macchina.

Prima di essere lì.

Eh l’estero. E un idioma che non sia il tuo. L’avvocato parla un fluente francese ma non so perché si rivolge all’impiegato dell’autonoleggio in un altrettanto autorevole inglese.

Misteri della lingua parlata…

“Vulevù munté avec mua nella voiture?”

Certo avvocato. Siamo qui per questo. Una strada davanti a noi e Le Mans che ci attende con la sua cattedrale pagana. Tredici chilometri da oltre 250 di media.

Il resto è più che storia.

“ Se usciamo da Parigi il più è alle spalle.”

E mi faccio rapire dall’amena campagna francese e le sue pale eoliche. Mamma mia quante… Si vede che non c’è Sgarbi in Francia. Un panino all’autogrill o qualcosa che comunque gli assomiglia molto ( nonostante sia molto più pulito…) e poi a un certo punto un  suono inconfondibile e una fila di alberi altrettanto inimitabile….

Quarta, quinta, sesta….

Whaaaaaa…Whaaaaaaaaa,Whaaaaaaaaaaaaaaaaa.

La sesta si acutizza piena in lontananza e non mi fa avvertire se eventualmente sia stata innestata la settima.

Tertre Rouge e L’Hunaudières sono davanti a me. L’avvocato ha un moto di commozione sotto ai suoi Ray Ban a goccia.

“ DAI!!. Dai!! Adesso ordine e disciplina. MM Arena e bosco.”

Perché la liturgia di un commissario di gara italiano a Le Mans è sempre  la stessa. Una divisa arancione, un rettilineo  da presidiare e un bosco infinito come quello di Mulsanne.

Da vivere a bordo pista.

Grazie Tommy.

Ora, ero veramente a Le Mans.

 

In macchina

con

Tommy

 

(136 giorni a Le Mans)

 

Voi non potete capire…”

Avvocato si rilassi!

Siamo appena giunti in Francia…e che diamine.

Un messaggio a Le Mans.

“ Emi ti aspettiamo!!”

Sempre entusiasta Lacorte e compagnia. Ma abbiamo almeno un paio d’ore di macchina.

Prima di essere lì.

Eh l’estero. E un idioma che non sia il tuo. L’avvocato parla un fluente francese ma non so perché si rivolge all’impiegato dell’autonoleggio in un altrettanto autorevole inglese.

Misteri della lingua parlata…

“Vulevù munté avec mua nella voiture?”

Certo avvocato. Siamo qui per questo. Una strada davanti a noi e Le Mans che ci attende con la sua cattedrale pagana. Tredici chilometri da oltre 250 di media.

Il resto è più che storia.

“ Se usciamo da Parigi il più è alle spalle.”

E mi faccio rapire dall’amena campagna francese e le sue pale eoliche. Mamma mia quante… Si vede che non c’è Sgarbi in Francia. Un panino all’autogrill o qualcosa che comunque gli assomiglia molto ( nonostante sia molto più pulito…) e poi a un certo punto un  suono inconfondibile e una fila di alberi altrettanto inimitabile….

Quarta, quinta, sesta….

Whaaaaaa…Whaaaaaaaaa,Whaaaaaaaaaaaaaaaaa.

La sesta si acutizza piena in lontananza e non mi fa avvertire se eventualmente sia stata innestata la settima.

Tertre Rouge e L’Hunaudières sono davanti a me. L’avvocato ha un moto di commozione sotto ai suoi Ray Ban a goccia.

“ DAI!!. Dai!! Adesso ordine e disciplina. MM Arena e bosco.”

Perché la liturgia di un commissario di gara italiano a Le Mans è sempre  la stessa. Una divisa arancione, un rettilineo  da presidiare e un bosco infinito come quello di Mulsanne.

Da vivere a bordo pista.

Grazie Tommy.

Ora, ero veramente a Le Mans.

 

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