Il più forte di tutti (Monza’s Oscar)

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IL PIU’ FORTE

DI TUTTI

(MONZA’S OSCAR)

 

                                         

Stagione finita, Ogier campione (ma che strano), gara molto più bella di quanto non mi aspettassi. Bene, ecco gli Oscar dell’Aci Rally Monza.

Miglior attore protagonista: Sébastien Ogier, scontato. Non ha culo, non ha solo la macchina migliore, non è senza avversari. È semplicemente più bravo e lo ha dimostrato otto volte, almeno. E poi, un po’ di cuore tenero: gli bastava fare secondo, e abbondantemente. Ha voluto vincere per regalare l’ultima vittoria a Julien Ingrassia. Mito.

Miglior attore non protagonista: Andrea Crugnola, e non solo perché vince la classe. Lui che l’aria del Mondiale l’aveva annusata per due anni ci torna per correre una gara premio dopo il secondo posto nel Cir e sbaraglia tutti, facendo tempi da infarto miocardico. Il primo punto iridato suo e di Pietro Ometto è una forma di giustizia.

Miglior film: la prova del Serraglio, la Power Stage. Si è riusciti a tirare fuori una speciale spettacolare in tutti i sensi, ovvero bella da vedere e, ad occhio e croce, difficilissima da affrontare. Un miracolo, che però dimostra una cosa: i rally in pista, per essere belli, devono restare prima di tutto dei rally. Ricordiamocelo.

Miglior cortometraggio: Takamoto Katsuta. Difficile volergli male, soprattutto dopo i messaggi social di ringraziamento al bimbo di 5 anni che, per salutarlo alla prima gara mondiale della sua vita, si è messo a disegnare la bandiera giapponese. Un tesorino, che peraltro sembra aver trovato la quadra. Cuori conquistati, e alla grande.

Miglior regista: Jari-Matti Latvala, e non solo perché è cresciuto col Motoring. Portare a casa un Mondiale facendo più punti di Hyundai in otto gare su dodici è già qualcosa di grosso. Prendersi il lusso di usare un pilota solo per portare a casa punti dimostra una sicurezza straordinaria. E di più: tutti e quattro i suoi piloti quest’anno sono finiti a podio, con tre che hanno anche vinto una gara. Non proprio bruscolini.

Oscar al merito: Yohan Rossel, detto l’uomo-zampata. Ha vinto all’ultima speciale un Wrc 3 che pareva ormai saldamente in mano a Kajetan Kajetanowicz, beffato per tre secondi e tre punticini. Un metronomo perfetto, impressionante per come e quando è uscito alla ribalta.

 

Menzioni Speciali

 

Premio Scienziaeto (ovvero, a chi la fa più grossa): al pubblico della Costa Valle Imagna, ma anche a chi lo ha gestito alla carlona. Al pubblico, perché non si può sentire di una prova annullata due volte per due spettatori da portare via con l’ambulanza (e, aggiungo, con la camicia di forza). A chi lo ha (non) gestito, perché le zone pubblico vanno allestite meglio, in più punti e con più criterio. In due giorni di gara ho sempre guardato i passaggi fuori dalle zone consentite, senza creare o crearmi pericoli. Davvero non ci si aspettava l’invasione, quando l’Italia torna ad avere una gara finalmente accessibile senza aerei o traghetti?

Premio Diludendo: Kajetan Kajetanowicz. Se vinci tre Europei e hai finalmente la possibilità di vincere il tuo primo Mondiale, perdere all’ultima speciale per tre secondi è quantomeno sorprendente. C’è chi gli darebbe il Rododendro, io il Diludendo.

Premio Mandostai (ovvero, ma siete matti): a quei team principal che si augurano gare più corte e su meno giorni per risparmiare, ma non fiatano su auto ibride quantomeno discutibili che probabilmente andranno più piano di oggi e costeranno sicuramente di più. Siamo fra Tafazzi e il Nanni Moretti del “continuiamo così, facciamoci del male”.

 

 

Niccolò Budoia

 

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