

Il leader MAXimo
Another brick in the Wall. E un’altra vittoria nell’albo. In effetti altro che Wall. Qua, oltre al muro, l’olandese ha già costruito un palazzo. Ha raggiunto la vittoria numero 41 del suo già impressionante (tenendo conto anche dell’età) palmares . 41 primi posti. Come sua Maestà Ayrton Senna da Silva. Certo, sono numeri che vanno contestualizzati. Per esempio tenendo conto del numero dei Gp che vanno a comporre le stagioni di F1 attuali e quelle degli anni del compianto pilota di San Paolo. Anche così pero restano comunque risultati impressionanti. Il cliché della gara ormai lo conoscete. L’olandese parte, va davanti come sta facendo da 224 giri a questa parte, (tale numero é destinato a incrementarsi di tornate che Max ha condotto ininterrottamente in testa ad un GP di F1) e tira dritto senza problemi sino alla vittoria. Con buona pace di chi si danna l’anima per interrompere questo circolo virtuoso. E non parliamo di avversari qualsiasi. Ieri c’erano 9 titoli iridati divisi su 2 piloti a inseguire. Non pizze e fichi..o Alesi e Berger dei bei tempi. Fate vobis. E sì che Montreal ce l’ha messa tutta per cercare di rendere il meno scontato possibile l’esito della gara. Venerdì le prove sono state mutilate da un inconveniente tecnico del circuito interno delle telecamere. Poi il cielo ha scaricato acqua a secchiate, tanto che il circuito si è trasformato in un lago. Cosa peraltro normale visto che parliamo della nazione nella quale ci sono più laghi che nel resto dei paesi del mondo. Ma la Red Bull (e non parlo solo della macchina ma del team nella sua globalità) è una macchina perfetta. E con questa base, per assurdo, le situazioni impreviste finiscono più per sfavorire gli avversari che il team anglo – austriaco – olandese. Diciamo quindi che il Canada non cambia niente. E se non riesce a cambiare nulla nemmeno un paese che di recente ha pure cambiato il testo del proprio inno viene realmente da chiedersi chi mai potrà farlo. Allora possiamo calare il sipario, ammesso che non sia già stato fatto, sulla stagione ’23 di F1.
Poi sul podio c’è stata anche un’immagine che magari ai più è sfuggita ma che agli occhi dei tifosi Ferrari è parsa tragicomica, beffarda. Adrian Newey, il genio progettista nonché padre di questa opera d’arte chiamata RB19 stava retto sul podio poggiando i suoi piedi su un rialzo, sul quale campeggiava a caratteri cubitali la scritta FERRARI. Certo si parla del miglior vino del mondo e non di una macchina, ma mi concederete che la coincidenza in questo caso va a braccetto con la crudeltà. Almeno per noi poveri figli di un “team minore”.
Almeno in questi anni.
Sul Gp in generale che dire? Come al solito vi risparmio la mera cronaca, se avete così tanta passione e pazienza da riuscire persino a leggere queste umili righe, sicuramente avrete visto l’ intero programma della corsa. Ora dopo aver, giustamente, decantato le lodi della RB corre l’ obbligo di spendere due parole anche sugli altri. Sul podio c’erano solo campioni del mondo, perché a tenere compagnia a Max , rispettivamente in seconda e terza posizione c’erano Alonso Fernando from Spain e Hamilton Lewis from England. Come dire 11 mondiali ( e tre quarti) stipati in 3 metri quadrati. Va da sé che questo podio si porta appresso la conferma che Aston Martin e Mercedes siano al momento la seconda e terza forza all’interno del paddock. E la Ferrari?
Guardando il risultato finale e soprattutto la griglia verrebbe da pensare a un altro weekend copia incolla degli ultimi. E invece la realtà in questo caso va oltre i numeri. Dire che per molti aspetti questo sia al momento il miglior weekend del 2023 può sembrare fuori luogo, invece ritengo che sia stato proprio così. E lo penso per più di un motivo. In primo luogo perché finalmente al box non hanno fatto danni. Anzi la strategia è stata uno dei principali fautori della rimonta che ha permesso a Leclerc e Sainz di arrivare in quarta e quinta posizione dopo essere partiti nelle retrovie. Ma come spesso accade, se non sempre, la strategia è figlia delle prestazioni della macchina. Vi garantisco come sia molto facile fare strategie con una RB guidata da Verstappen, che con qualsiasi altra combinazione auto-pilota attualmente fattibile in F1. Alla fine la scelta di non entrare in pit durante la Sc è stata resa produttiva esclusivamente dalla costanza delle prestazioni che la SF-23 continuava a garantire nonostante il passare dei giri. Se le prestazioni fossero crollate come abbiamo visto fare più volte durante la stagione tutta sarebbe finitoo con esse. Aggiungo poi che, questioni meteo a parte, quello che abbiamo potuto constatare nell’intero week end è che questa nuova configurazione “salva gomme” non ha sacrificato in modo sensibile la prestazione sul giro. Con asfalto asciutto le due Ferrari sono sempre state nei primi 3 posti.
Quindi tutto risolto?
Ma neanche per sogno
Un passo avanti molto grande?
Non saprei ma se proprio devo dire la mia direi di no.
Un bel passo avanti?
Si, ritengo di sì. A patto però che quanto visto ieri, che da metà gara in poi mi è sembrato più un mega-test che un Gp, venga poi consolidato, confermato e magari ulteriormente implementato nelle prossime gare. Insomma che non sia figlio casuale di una determinata combinazione di layout, compound, temperature e settaggi. Chi meglio del Gp austriaco, e soprattutto di Silverstone, può dare una risposta credibile a questi interrogativi?
Nessuno. La pista è sempre l’unico giudice supremo e incorruttibile.
E sto aspettando ancora la NUOVA SOSPENSIONE posteriore. Lo so sono monotono ma la vera svolta secondo me arriverà solo da lì.
Nel frattempo, abbiamo 3 settimane per capire ( o signore, mi sto “binottizzando”!) se stiamo uscendo dal tunnel o se dobbiamo organizzarci per arredarlo….
Pazienza e speranza.
Le Mans ci ha detto che a Maranello qualcosa di buono lo sanno ancora fare.
Magari, prima o poi, succederà anche con le monoposto.
Nonostante…un leader.
A suo modo davvero MAXimo.
Sergio Mapelli
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