

Gli occhi di Ale (Monza,Fiorano, Pier Guidi e tutto il resto)
Alessandro Pier Guidi.
A bordo di una Ferrari LMH a Fiorano.
Un debutto assoluto.
Hai voglia a parlare di Sainz, Leclerc e Binotto e relative polemiche a fronte di tutta questa bellezza. Molti nemmeno se ne sono accorti, o non ci hanno fatto caso. Eppure. Eppure la storia ha bussato alla porta di un popolo ferrarista apparentemente cieco. Dietro a diatribe da Bar Sport avvelenato da presunto (e ignoto) sospetto.
Francamente non m’interessa, Domenica per me l’Austria e il Red Bull Ring col suo circuito sarà l’esatto specchio di ciò che in realtà la Formula 1 stia narrando in questo momento. Favole interrotte. Senz’anima negli interpreti. In attesa che il mondo si accorga di cosa succeda sull’altra riva del fiume. Dove una Ferrari in questi anni ha sempre vinto. Forza perseverante a levigar pietra goccia dopo goccia.
Incessantemente.
Basterebbe alzare la testa. Vedere che Monza con la sua 6 Ore sarà lo scenario perfetto per questo pilota di Tortona, sublime e silenzioso esecutore del volante. Lontano dal clamore e la polemica per monoposto. Efficace. Come il suo sguardo ceruleo, così simile a quello di Paul Newman senza alcuna esitazione ti direbbe.
Dura vincere a Spa quest’anno la 6 Ore. Con una vettura che a causa del BOP non vale la Porsche 911 di Estre e Christiensen. Durissima cercare di tener dietro quella stessa Porsche a Le Mans, cercando nella poesia di traiettorie impossibili il senso di una speranza agonistica. La stesso sentimento reso realtà sempre a Spa in un sorpasso all’esterno sotto pioggia battente, che valeva la vittoria nella 24 Ore belga a 9 minuti dalla conclusione, 17 anni dopo l’ultimo successo Ferrari tra le Ardenne.
Cosa gli occhi di Ale abbiano visto (o anche solo immaginato), alla guida di un nuovo prototipo e di un nuovo corso a Maranello non lo so, 50 anni dopo quella 312 PB, ultima iridata Endurance nella storia del Cavallino. Quello che so è come dietro un pilota esista sempre un popolo. Fede attenta di un affetto universale. Ciò che ho visto in altro sguardo. Quello di Franco Giuliani e di tutto il Ferrari Club di Alessandria. Le terre di Ale.
La casa in cui potersi ritemprare. Gara dopo gara.
Silenzio. Proprio quando le grandi cose hanno inizi piccolissimi. Germinali.
Monza, Fiorano, Pier Guidi e tutto il resto.
Quando almeno questa stavolta al di fuori del mondiale WEC, tutto il resto, non conta davvero nulla.
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