Chris Amon: una corsa per un libro
Qualche giorno di silenzio.
La necessità di raccogliere le proprie idee.
Succede.
Quando il tuo lavoro ti mette di fronte a una nuova realtà.
Questo è quanto dal 22 aprile di quest’anno mi stia capitando. Dal giorno in cui il libro su Chris ha iniziato a conoscere la dimensione reale dei lettori e degli appassionati di motor sport. In un contatto diretto, tra pubblico e lettori sempre più autentico e reale.
Difficile.
Difficile spiegare tutto questo. Da autore coinvolto e al tempo stesso da uomo comune della strada . Quell’iconica creatura mitologica aggrappata alle reti di un circuito per alimentare ininterrottamente il proprio entusiasmo, a suon di bolidi e profeti della velocità.
Non potevo sapere che questo libro sarebbe stata la mia personale autostrada tra le genti. Il mio fiume privato con cui farmi conoscere dalle moltitudini dell’umanità. Il regalo più bello nel raccontare la storia di Amon e di quel suo talento finito nella polvere dei pensieri scomparsi.
Ho visto risvegliarsi ricordi nell’anzianità e suscitare nei giovani la curiosità. Ho visto (e raccontato) come vincere, parlando al cuore della gente possa essere un optional dell’anima del tutto inutile, a fronte della magia dell’unicità.
Non so.
Non so davvero se il mio libro abbia reso giustizia alla vita di un pilota e alla sua carriera oppure se Chris in fondo, come fece con Villeneuve, per quella bonomia che ne contraddistinse il carattere abbia appoggiato un mano su di me. Quasi a volermi proteggere lungo questo mio cammino in suo nome.
Ciò che so è che un libro finisce con l’essere molto di più di semplici pagine imbrattate d’inchiostro.
Finisce con l’essere carne viva.
Nella mente di chi lo legga.
Grazie a tutti. Amici miei.
Ora so che un libro vale sempre una corsa.
Quella che ancora deve essere disputata.
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