Chi si accontenta perde

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Chi si accontenta perde

 

 

 

Ci fosse stato Enzo Ferrari, oggi ai box del Cavallino sarebbe calato un silenzio di tomba e il muso più corto avrebbe toccato il pavimento.

Invece, tra i tifosi e il team, sembra che a vincere 10 gare consecutive sia stato il team di Maranello e non quello di Milton Keynes.

Tifosi in tripudio per un terzo e quarto posto. Il chiaro sintomo della pochezza di questa macchina e di questo team. E mentre gli altri quasi non esultano neanche più per una doppietta ” a casa loro” (come avrebbe detto Seb), gli uomini vestiti di Rosso hanno le facce di chi guida il Mondiale o forse sarebbe meglio dire di chi l’ha scampata bella da una bieca figura davanti al proprio popolo. Solo chi prende una vittoria come il normale risultato di un serio lavoro potrà continuare a essere il riferimento per gli altri. Chi festeggia una sconfitta si prepara a festeggiarne altre mille. Certo, dopo quello che è successo sino a oggi in Ferrari non potevano che esultare. E lo hanno fatto. E come dicevo, purtroppo lo faranno anche in futuro. Adesso andranno a Singapore esattamente come sono andati in Olanda , giusto per onor di firma e per dovere regolamentare. E vedrete che i risultati rispecchieranno lo spirito. Oggi hanno dato tutto quello che avevano. Di più non potevano. E i tifosi sono contenti. Almeno quelli come loro. Quelli che vanno a Monza per dire che c’erano. Quelli che…” le macchine sono tutte uguali cambia solo il colore”. Quelli che, ..”ma i piloti della Ferrari sono ancora Schumy e Vettel?” Ecco per questi oggi è un gran giorno. Per chi a Monza ci va da 50 anni e della hola, della ruota panoramica, di Brad Pitt e il suo film non frega niente, oggi è stato un giorno da dimenticare.

 

Per fortuna non siamo tutti uguali.

 

C’è poi un ulteriore aspetto da trattare, di questo Gran Premio sempre più in difficoltà e inevitabilmente destinato alla sparizione dal calendario. La disorganizzazione. Comincio a pensare molto seriamente che Domenicali non abbia torto. La storia non basta e il livello di disagio che il Gp di Monza ogni anno fa provare agli spettatori presenti sugli spalti, fa pensare che effettivamente sia meglio andare a correre dove ci siano servizi all’avanguardia e un’organizzazione degna del prezzo pagato per biglietti.

 

E checché ne dica il megafono mediatico, io che vivo a Monza e che di Gran Premi come questo ne ho visti più di 50, vi garantisco che sabato c’era almeno un 20% di pubblico in meno e che ieri mattina alle 5 del mattino mentre gli anni scorsi c’era già molta attività, quest’anno le uniche macchine che giravano nei pressi dell’autodromo erano quelle dei servizi e della polizia. Alla fine fa bene Liberty Media. A incassare per tempo. 

Se poi l’organizzazione  ogni anno riesce a peggiorare l’immagine dell’autodromo che a ogni Gp tocca il minimo storico in fatto di servizi e gestione dell’evento in termini di ricettività chi se ne frega.

 Alla fine però questa  politica miope porterà anche la FIA a non essere indenne da possibili ripercussioni non solo sul piano della politica sportiva, quando nel giro di qualche anno capirà a proprie spese l’inutilità della sua funzione in questa F1. Le continue liti con la proprietà, finiranno col mettere Liberty Media nella condizione di fare a meno dei “servigi” di questa federazione. 

Adesso dovrebbero partire i lavori che dovrebbero allineare o almeno avvicinare l’impianto monzese agli altri del Circus in termini di attività extra gara. Attività che comprendo la “fan zone” e tutta una serie di “divertimenti” che saranno il corollario tipico di ogni Gp. Ormai è chiaro che in questa F1 il contorno conta più del piatto.

A perderci in tutto questo ciclone di novità sono e saranno sempre di più gli appassionati, che vedono di anno in anno svilire e svuotare l’evento sportivo a favore delle attività extra pista. Ultimo ma non ultima la questione caro biglietti. Ormai vedere un Gp di F1 a Monza costa come una settimana di vacanze. Quanta gente sarà disposta a barattare le proprie vacanze per vedere una corsa dall’esito scontato, probabilmente anche nei prossimi  anni?

La risposta l’ho già data all’inizio. Ogni anno sempre meno. A prescindere da quale sirena mediatica si ascolti.

Tutti questi ragionamenti sono figli dello stesso logismo che porta a festeggiare un terzo e un quarto posto.

Anche se ti chiami Ferrari e anche se corri a Monza.

Auguri per il futuro al team di Maranello e al circuito brianzolo.

O forse più amaramente, auguri alla F1 che verrà.

Quella che in chiave futura, sembra averne più bisogno di tutti.

 

Sergio Mapelli

 

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