Andrea Belicchi

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Andrea Belicchi

 

(143 giorni a Le Mans)

 

Piloti riservati…ne ho conosciuti pochi.

Mistici…anche.

Papà per natura, praticamente nessuno.

Andrea Belicchi è stata una scoperta, nel riportare le cose della vita al proprio posto. Alla dimensione umana e paterna di un uomo che è sì pilota da corsa ma anche padre attento nel sapere che la sua forza e consapevolezza provengano da suo figlio e una famiglia sì nell’ombra ma sempre presente nella sua guida.

In ogni momento.

Ricordo ancora con piacere il suo raccontarsi, durante la stesura di “Quel giorno a Le Mans”. Non era un periodo facile per lui per non dire di estrema difficoltà. Nonostante tutto, Belicchi fu più che disponibile e mi rese l’onore e l’onere di raccontare le tante attenzioni di un pilota all’interno di un abitacolo lanciato nel circuito della Sarthe.

“Serious Man”.

Semplicemente paterno, “filosofo”, autentico.

Pilota.

Tutto quello che avevo conosciuto di lui sulla via della laica sacralità della 24 Ore.

“Senti devi farmi un favore. Visto che con tutto quello che ti ho raccontato ora è come se anche tu fossi mio amico ci terrei tanto che avessi presente una cosa. Fra me Giorgio Roberto ci sarà sempre qualcosa che va oltre una gara anche magica come Le Mans. Scrivilo per favore. È la cosa più importante che porto con me.”

L’ho scritto al tempo e oggi mi sembra più vero che mai.

Sapendoli interpretare, nella vita umana dolore e sofferenza hanno sempre significato qualcosa.

Forse per Andrea vale lo stesso discorso.

Quando nel  tuo cuore sei stato più forte delle avversità. Da moderno papà, in tuta da corsa.

Non oggi.

Non ieri.

Sempre.

Andrea Belicchi

 

(143 giorni a Le Mans)

 

Piloti riservati…ne ho conosciuti pochi.

Mistici…anche.

Papà per natura, praticamente nessuno.

Andrea Belicchi è stata una scoperta, nel riportare le cose della vita al proprio posto. Alla dimensione umana e paterna di un uomo che è sì pilota da corsa ma anche padre attento nel sapere che la sua forza e consapevolezza provengano da suo figlio e una famiglia sì nell’ombra ma sempre presente nella sua guida.

In ogni momento.

Ricordo ancora con piacere il suo raccontarsi, durante la stesura di “Quel giorno a Le Mans”. Non era un periodo facile per lui per non dire di estrema difficoltà. Nonostante tutto, Belicchi fu più che disponibile e mi rese l’onore e l’onere di raccontare le tante attenzioni di un pilota all’interno di un abitacolo lanciato nel circuito della Sarthe.

“Serious Man”.

Semplicemente paterno, “filosofo”, autentico.

Pilota.

Tutto quello che avevo conosciuto di lui sulla via della laica sacralità della 24 Ore.

“Senti devi farmi un favore. Visto che con tutto quello che ti ho raccontato ora è come se anche tu fossi mio amico ci terrei tanto che avessi presente una cosa. Fra me Giorgio Roberto ci sarà sempre qualcosa che va oltre una gara anche magica come Le Mans. Scrivilo per favore. È la cosa più importante che porto con me.”

L’ho scritto al tempo e oggi mi sembra più vero che mai.

Sapendoli interpretare, nella vita umana dolore e sofferenza hanno sempre significato qualcosa.

Forse per Andrea vale lo stesso discorso.

Quando nel  tuo cuore sei stato più forte delle avversità. Da moderno papà, in tuta da corsa.

Non oggi.

Non ieri.

Sempre.

Andrea Belicchi

 

(143 giorni a Le Mans)

 

Piloti riservati…ne ho conosciuti pochi.

Mistici…anche.

Papà per natura, praticamente nessuno.

Andrea Belicchi è stata una scoperta, nel riportare le cose della vita al proprio posto. Alla dimensione umana e paterna di un uomo che è sì pilota da corsa ma anche padre attento nel sapere che la sua forza e consapevolezza provengano da suo figlio e una famiglia sì nell’ombra ma sempre presente nella sua guida.

In ogni momento.

Ricordo ancora con piacere il suo raccontarsi, durante la stesura di “Quel giorno a Le Mans”. Non era un periodo facile per lui per non dire di estrema difficoltà. Nonostante tutto, Belicchi fu più che disponibile e mi rese l’onore e l’onere di raccontare le tante attenzioni di un pilota all’interno di un abitacolo lanciato nel circuito della Sarthe.

“Serious Man”.

Semplicemente paterno, “filosofo”, autentico.

Pilota.

Tutto quello che avevo conosciuto di lui sulla via della laica sacralità della 24 Ore.

“Senti devi farmi un favore. Visto che con tutto quello che ti ho raccontato ora è come se anche tu fossi mio amico ci terrei tanto che avessi presente una cosa. Fra me Giorgio Roberto ci sarà sempre qualcosa che va oltre una gara anche magica come Le Mans. Scrivilo per favore. È la cosa più importante che porto con me.”

L’ho scritto al tempo e oggi mi sembra più vero che mai.

Sapendoli interpretare, nella vita umana dolore e sofferenza hanno sempre significato qualcosa.

Forse per Andrea vale lo stesso discorso.

Quando nel  tuo cuore sei stato più forte delle avversità. Da moderno papà, in tuta da corsa.

Non oggi.

Non ieri.

Sempre.

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