100 anni (Durand, Faroux e Coquille)

HEADER-TITOLO-BLOG-senza-foto

100 anni

(Durand, Faroux e Coquille)

 

(14 giorni a Le Mans)

 

Cento.

Cento e una notte.

No, quelle sono mille!

Però era la prima volta. E nella vita, privata e non di ciascuno di noi, ogni prima volta non è solo un lontano ricordo. È qualcosa cui il tempo regala patine sul metallo e rughe sul volto. Quindi dipende da noi, il finire per dimenticare o continuare a ricordare. Lungo una strada più sottile delle altre, perché assolutamente invisibile.

Immaginare come sia stata quella prima volta a Le Mans nel 1923, fa pensare a tutto fuorché a un giornalista, un segretario e un imprenditore. Un linguaggio nuovo. Ecco cos’era concepire una gara della durata di 24 ore nel pieno degli anni ’20. Una lucida follia che Georges Durand persegue come un futurista della prima ora in mezzo alle campagne del Nord della Francia. Durand è abituato a pensare e scrivere veloce. È uno stenografo che ha trovato impiego presso il consiglio municipale del comune della Sarthe. Le Mans, Mulsanne, Arnage. E una casa bianca in mezzo a bosco: “Maison Blanche”. Quell’uomo vede nascere direttamente dall’ufficio chiamato a sovraintendere con la sua scrittura abbreviata strade e ponti. Ma nella sua testa, non vede nuove vie percorribili in nome del progresso e del benessere collettivo. Vede un circuito su cui poter correre. Un pallone da rugby con un vertice schiacciato e uno arrotondato. Ha bisogno di divulgare la notizia, ha fondato l’ACO insieme ad altri facoltosi soci. Ora bisogna trovare consenso da parte di qualcuno che condivida appieno la sua irrefrenabile passione per le auto in quel nascente mondo delle competizioni a quattro ruote. Al Salone dell’Automobile di Parigi incontra Charles Faroux. Una carambola fortunata che non ha nulla a che vedere coi tre mondiali ottenuti sul panno verde dal giornalista francese, direttore della rivista “La Vie Automobile”. Una gara di durata. Ecco la follia, la rivoluzione copernicana delle due fervidi menti. Più una terza pronta a rilanciare immediatamente a viso aperto su quella temeraria scommessa: l’industriale Emile Coquille.

“Facciamo 6? Tre ore in notturna”.

“Perché non…24?”.

“Per la mia azienda sarebbe perfetto”.

“Sarebbe perfetto…ma Georges, non otterrai mai le necessarie autorizzazioni… a organizzare una cosa simile”.

“Non importa. Ne faccio una questione “personale”. Tu pensa a un regolamento che possa chiamarsi tale. Lei Coquille ci sta?”.

Di quel piccolo ariete francese, più granitico e inamovibile nelle sue convinzioni di un masegno al centro della piazza, Faroux è entusiasta. Le sue 6 ore erano diventate 24. Coquille del resto ha già intuito le enormi potenzialità promozionali derivanti da un simile evento.  Per l’azienda che rappresenta (la Rudge-Whitworth) sarebbe un ritorno d’immagine senza precedenti e su di un altrettanto immaginario panno verde da gioco, appoggia 100000 franchi francesi per il vincitore e un’immensa coppa d’argento.

Il 27 maggio 1923 alle ore 16.00, André Lagache e René Léonard tagliano vittoriosi il traguardo della 24 Ore di Le Mans.

Era nata la gara di durata, più famosa al mondo.   

 

logo sinfonia motore almanacco

logo sinfonia motore almanacco

RIPRODUZIONE VIETATA anche parziale senza il consenso scritto dell’autore
SinfoniaMotore – Tutti i diritti riservati. All rights reserved.